Gomòria

Una piccola perla che si era persa nel tempo. Edito da Cliquot edizioni, puoi acquistarlo qui.

Un’opera particolare riscoperta tra le storie dimenticate, un libro che sin dalla copertina sembra dire al lettore “leggi a tuo rischio e pericolo”. Scritto dal misterioso Carlo Hakim De Medici e pubblicato nel 1921 dall’editore milanese Facchi, poi ristampato da Cliquot che ha riportato alla ribalta la copertina e le illustrazioni originali dello stesso autore.
Di De Medici si conosce molto poco, sembrerebbe nato a Parigi nel 1887 ma non si conosce la data di morte. Il padre pare fosse un ricco banchiere mentre della madre ci sono pochissime informazioni. Si sa però che nel 1921, De Medici in seguito alla dissipazione del patrimonio familiare per i suoi studi magici e a qualche investimento sbagliato, vendette la proprietà e si trasferì in una zona della Lombardia non meglio precisata, dove svanisce nel nulla.

La storia presenta elementi del romanzo gotico e essenzialmente si può considerare un romanzo esoterico che sfocia nel demonologico, elemento che avvolge possessivamente tutto il racconto, sin dal titolo. Gomòria infatti non è altro che un demone presente in un libro macabro e misterioso con cui verrà in contatto il protagonista, Gaetano Trevi.
Ultimo rampollo di una ricca e nobile famiglia, un Dorian Gray italiano che però invecchia sotto il peso della noia. Una personalità spezzata che volge lo sguardo ad un passato fatto di sfarzo e di emozioni forti, allietato dall’arte e dal via vai di decine di donne.
Un corpo che affronta passivo il passare dei giorni, un animo spento, divorato dalla noia esistenziale, una mente esausta i cui pensieri sono ogni giorno più cupi.

Un odio malcelato verso i suoi simili è radicato nella personalità di Gaetano che non prova nessun vero sentimento per nessuno al mondo; né per chi lavora per lui o per chi si proclama suo amico, non per gli sconosciuti per le strade e nemmeno per Metelda, femme fatale dai capelli di fiamma che per un po’ è riuscita a risvegliarlo dal suo tepore esistenziale.
Gaetano non sente più niente, se non un vuoto profondo che scava nella sua anima scontenta.
In una delle tante giornate segnate dall’insoddisfazione, Gaetano decide di tentare la sorte… e perde tutto ciò che ha al gioco d’azzardo.
Perso ogni contatto con la sua vecchia vita, Gaetano si mette in viaggio per la Malanotte, palazzo in disuso e decadente.

La Malanotte si ergeva tetra e inospitale sui declivi delle colline, fra le querce e gli ulivi contorti, e guardava la Maremma sterminata, solitaria e sconsolata, con gli occhi ciechi delle sue finestre.

La nuova vita di Gaetano non sarà altro che una lenta discesa verso il male che prende le forme di demoni ghignanti e libri maledetti, di rituali proibiti che porteranno la sua esistenza sempre più giù, fino ad un punto di non ritorno, dove solo il fuoco può arrivare e con le sue lingue rosse purificare la sua anima.

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